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Psicosomatica…Un nuovo approccio terapeutico

22-04-2015 Psicosomatica…Un nuovo approccio terapeutico

Negli ultimi decenni, si è assistito ad un interesse crescente nei confronti dello sviluppo e della regolazione degli affetti e dell’impatto che la “disregolazione affettiva” opera sulla salute fisica e mentale. Emozioni, quindi, in quanto fenomeni  che hanno una base biologica, ma anche uno stretto collegamento con l’azione. Nel verbo latino “emovere” significa (far uscire o espellere). Da qui non si può non prendere in considerazione il concetto di Alessitimia, che rappresenta “un insieme di deficit della capacità di elaborare e descrivere le emozioni e sentimenti, una limitata capacità immaginativa, uno stile cognitivo piuttosto pragmatico e orientato prevalentemente verso l’esterno”.

Le persone incapaci di gestire le emozioni e gli affetti (alessitimici) sono costretti a mettere in opera dei mezzi (comportamenti, somatizzazioni, ecc) per arginare la cascata di affetti che altrimenti li inonderebbe (angoscia). Gli affetti sono i “servitori silenziosi” dei nostri processi di auto-organizzazione e auto-mantenimento, che si interfacciano in dettaglio sia con il corpo che con la mente, che allo stesso tempo li comprendono olisticamente.

Sulla base di questa premessa nasce il  nostro progetto clinico, che è quello di sviluppare un nuovo approccio terapeutico che possa aiutare innanzitutto i pazienti a tollerare i propri vissuti emotivi, a riconoscerli, a differenziarli, così da poterli gestire. Un processo che richiede impegno e motivazione, presupposti fondamentali per  imparare a “desomatizzare” e differenziare le emozioni e ad esternalizzarle per mezzo del linguaggio verbale e corporeo. L’aumento della capacità di autoregolare le emozioni previene il verificarsi di stati di prolungata attivazione emotiva, che spesso conduce a malattie somatiche, riduce la tendenza a somatizzare, e a “scaricare” la tensione emotiva per mezzo di crisi bulimiche, abuso di sostanze, altri comportamenti compulsivi di regolazione degli affetti.

Per cui un approccio che integra psicoterapia e farmacoterapia con dosaggi minimi, dal momento che i disturbi della regolazione degli affetti coinvolgono interazioni complesse tra fattori psicosociali e neurobiologici.

Dott. Marco Franceschini